La Valletta del Leone, al tempo dei Duchi, era chiamata Valle del Labirinto. Disegnata nel 1813 dall’architetto Carlo Barabino, massimo esponente del neoclassicismo a Genova, è l’ultimo esempio di giardino pittoresco ispirato agli esempi inglesi del “giardino dei poeti”.
Il percorso, ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, era composto da scenografie in grado di suscitare nel visitatore emozioni e riflessioni facendogli incontrare rovine, marmi, il “Leone” e la grotta dell’Eremita. L’arco segnava idealmente il passaggio negli inferi e, da lì, un percorso di elevazione conduceva all’area che, attualmente recintata per i daini, era attraversata dall’acqua purificatrice, il cui ruscello invitava ad innalzare lo sguardo verso il Santuario delle Grazie.
Recentemente un progetto di recupero ha reso nuovamente alla piazza una visione d’insieme.
Sull’arco era presente la raffigurazione di Margherita di Brabante proveniente dal suo sepolcro realizzato da Giovanni Pisano. Proveniente, come altre parti dalla distrutta Chiesa di San Francesco in Castelletto, raffigura l’elevatio animae della regina. La statua, che costituisce un importante punto di svolta nella scultura europea, fu riconosciuta nel 1874 e si trova ora nel complesso museale di Sant Agostino a Genova.